Cosa mangiare in caso di trigliceridi alti

trigliceridi alti

I trigliceridi sono molecole di lipidi (grassi) molto diffuse in natura, facenti parte del tessuto adiposo, che hanno origine da un processo chimico molto particolare, che interessa una molecola di glicerolo e tre molecole di acidi grassi. La quantità dei trigliceridi presente nel sangue è solo in minima parte prodotta dal nostro organismo e per la maggior parte deriva dalla nostra dieta.

Sebbene spesso vengano stigmatizzati, i trigliceridi svolgono funzioni molto importanti per il nostro organismo. Essi, infatti, vengono accumulati dallo stesso come fonte di energia e fungono da isolante termico, proteggendoci dalle basse temperature invernali.

Tuttavia essi possono diventare pericolosi per il nostro organismo, quando il loro livello nel sangue si innalza eccessivamente: la ipertrigliceridemia può comportare gravi rischi per la nostra salute, causando malattie cardiovascolari come l’ictus e l’infarto e patologie che colpiscono organi quali fegato, pancreas e reni.

Tuttavia, poiché la maggior parte dei trigliceridi presente nel nostro sangue deriva da ciò che mangiamo, una dieta sana può ridurre notevolmente questi rischi.

Buone abitudini per mantenere bassi i livelli di trigliceridi nel sangue

I trigliceridi, come menzionato in precedenza, rappresentano una importante fonte di energia. Pertanto, i livelli di trigliceridi nel sangue tendono ad aumentare quando assumiamo un eccesso di calorie rispetto al consumo energetico del nostro organismo. Di conseguenza, è evidente che per mantenere bassi i livelli di trigliceridi nel sangue sia cruciale controllare l’introito calorico rispetto al fabbisogno dell’organismo, così da affrontare le ipertrigliceridemie lievi. Questo obiettivo può essere raggiunto attraverso la limitazione dell’assunzione calorica alla quantità necessaria per il nostro corpo. Infatti, gli eccessi di energia vengono convertiti in trigliceridi e successivamente accumulati nel tessuto adiposo.

Inizialmente, è imprescindibile ridurre il consumo di zuccheri, poiché costituiscono una delle principali cause dell’incremento eccessivo dei livelli di trigliceridi nel sangue. Gli zuccheri non sono presenti soltanto nei dolciumi, ma anche nelle bevande zuccherate e gassate e nei carboidrati (pane, pasta, prodotti da forno, ecc.). Per quanto concerne i carboidrati, si consiglia il consumo di quelli complessi. Essi hanno la caratteristica di essere assorbiti più lentamente nel sangue, riducendo così la produzione di trigliceridi da parte del fegato.

Anche la frutta nasconde delle insidie: alcuni tipi di frutta quali i cachi, i fichi e le banane sono ricchi di fruttosio, un tipo di zucchero che stimola la produzione di trigliceridi. Per cui, chi soffre di ipertrigliceridemia, dovrebbe preferire frutta meno dolce e non troppo matura.

Assume grande importanza prestare attenzione agli alimenti che ingeriamo, poiché spesso contengono zuccheri che consumiamo in maniera quasi inconsapevole.

Inoltre, è bene coadiuvare la dieta con un incremento dell’attività fisica, che possa bruciare le riserve di energia in eccesso accumulate nel corpo.

Sì alle fibre, no all’alcol

Per rallentare l’assorbimento di zuccheri e grassi nell’intestino tenue, si consiglia di introdurre nella propria dieta un gran numero di fibre, che contribuirà anche a ridurre i livelli di trigliceridi nel sangue. Le fibre si trovano in abbondanza nella frutta, nella verdura (sia cotta che cruda) e nei cereali integrali. Inoltre si consiglia l’assunzione di noci, semi e legumi, che contengono poche calorie e carboidrati a lento assorbimento.

Un no secco invece alle bevande alcoliche, che sono spesso ricche di zuccheri e calorie che spesso si immagazzinano nelle cellule adipose, stimolando la produzione di trigliceridi.

Grassi: è necessario ridurli?

I grassi saturi e insaturi costituiscono due categorie di acidi grassi presenti negli alimenti che svolgono ruoli diversi nel nostro corpo e influenzano i livelli di trigliceridi nel sangue.

I grassi saturi sono caratterizzati dalla presenza di legami singoli tra gli atomi di carbonio e sono principalmente di origine animale, come quelli contenuti nei latticini e nelle carni grasse. Il consumo eccessivo di grassi saturi può aumentare i livelli di colesterolo LDL nel sangue, contribuendo al rischio di malattie cardiovascolari e influenzando indirettamente i livelli di trigliceridi.

D’altra parte, i grassi insaturi, divisi in monoinsaturi e polinsaturi, presentano legami doppi o tripli tra gli atomi di carbonio e sono spesso presenti in oli vegetali, semi, frutta secca e pesce. Questi grassi possono contribuire a ridurre i livelli di colesterolo LDL e a mantenere il cuore sano. Inoltre, i grassi polinsaturi, ricchi di acidi grassi omega-3 e omega-6, hanno dimostrato di avere effetti positivi sui livelli di trigliceridi nel sangue, riducendoli.

Quindi, una dieta equilibrata che riduca l’assunzione di grassi saturi a favore dei grassi insaturi può giocare un ruolo significativo nel mantenimento di adeguati livelli di trigliceridi nel sangue.